Uno dei lavori più singolari intorno al mezzo fotografico visto a Arles 2021 è quello di Almudena Romero.
Il suo “The Pigment Change” è un progetto al tempo stesso scientifico, estetico ed ecologico. Ripensando i primi procedimenti tecnici della fotografia, la Romero li applica al mondo vegetale, sfruttando le caratteristiche fisiche delle piante che diventano supporto fotografico. Il performer, ossia il vettore che determina la forma e il significato dell’opera, è la pianta stessa.
Il lavoro si divide in quattro serie: “Faire une photographie”, “Family Album”, “The act of producing” e “Offspring”.
La performance “Faire une photographie” si divide in due parti: “Automne” e “Printemps” nelle quali le piante sono esposte a periodi e intensità di luce tali da determinare cambiamenti del colore delle foglie simili a quelli che avvengono naturalmente in autunno e in primavera. Nella serie “Autunno”, la Romero sottopone una pianta di ponsettia (comunemente detta “stella di Natale”) a un regime di luce restrittivo per forzare il cambiamento delle foglie verdi tipiche dell’estate in foglie rosse autunnali. Nella serie “Primavera” applica invece il principio inverso: 50 piante di poinsettia sono state sottoposte a una fonte luminosa artificiale per dieci settimane. In questo modo le piante hanno prodotto foglie verdi ricche di clorofilla lasciando cadere le foglie bianche inutili. Infine, queste stesse foglie, una volta essiccate, sono diventate oggetti-immagine ed esposte in mostra come “fotografie”, estendendo concretamente il significato di questa parola al regno vegetale.
“The act of Profucing” è una serie di immagini delle mani dell’artista che toccano, selezionano e lavorano le piante, stampate direttamente su un supporto vegetale formato da foglie singole o collage di foglie di grandi dimensioni (1,5 x 2 m). Per realizzare queste stampe, Almudena Romero ha usato un processo del tutto naturale. Per far fronte all’eccesso di luce solare, infatti, le piante attuano un meccanismo di sopravvivenza basato sul cambiamento dei pigmenti verdi di clorofilla presenti nelle foglie, in carotenoidi gialli. Sfruttando questa caratteristica, le foglie che costituivano il supporto sono state esposte a una grande quantità di raggi UV in modo da provocare variazioni di colore che hanno permesso l’mpressione fotografica.
In “Family Album”, Almudena Romero espone dei negativi dei suo archivio di famiglia direttamente su pannelli di coltura di semi di crescione per far “crescere” delle stampe fotografiche. Queste fotografie pian piano appaiono sul substrato vegetale e progressivamente spariscono per lasciare posto all’apparizione di altre immagini. In questo modo l’artista ripropone il concetto di continuità attraverso le generazioni di una stessa famiglia che si succedono come le generazioni di una stessa pianta.
Offspring” è un time-lapse di trenta giorni che registra la nascita di una nuova foglia come metafora del punto di vista dell’artista sulla maternità. Almudena Romero rivendica così la sua scelta di non diventare madre non per motivi fisici, psicologici o economici, ma per una precisa scelta ecologista, per non contribuire al sovrappopolamento del pianeta e alle sue conseguenze in termini di inquinamento e di cambiamenti climatici. La sua è una strategia di crescita selettiva simile a quella che si verifica spesso in natura come nel caso della Welwitschia mirabilis, una pianta tipica dei deserti costieri di Namibia e Angola che non produce più di due foglie in tutto il suo ciclo vitale.
Les Rencontres d’Arles
Almudena Romero, “The Pigment Change”
Mostra prodotta da BMW Art & Culture
4 luglio – 26 settembre 2021
Chiostro Saint-Trophime
Marcello Mencarini / Rosebud2