PALAZZO DEL VIGNOLA – Sabato 2 ottobre alle ore 15.30 – 18.30
Buck up and cry!, l’equivalente in americano di “Coraggio, piangi!”, è un progetto artistico multimediale e performativo di Barbara Lalle e Marco Marassi. Il tema centrale è la rottura di due tabù del mondo eterosessuale, maschile, bianco, contemporaneo: il trucco ed il pianto.
Trucco e pianto spesso sono stati confusi fino a trasformarsi in tabù. Il pianto nell’antichità, come tutti i liquidi del corpo umano – il sangue, il sudore, lo sperma – era sinonimo di vita e vitalità. Nelle situazioni estreme l’eroe piange e così si sente vivo. Dopo il lutto e la disperazione può rinascere. Il pianto degli uomini si svela già da subito diverso da quello delle donne: le lacrime femminili sono inesauribili e sfiniscono, quelle degli uomini permettono la palingenesi. L’uomo che piange non è un fatto solo contemporaneo e, sicuramente, le lacrime hanno una funzione catartica e fortemente empatica. L’uomo che piange è un valore positivo del mondo contemporaneo come di quello classico: il pianto pulisce l’anima dando sfogo alle sofferenze.
Così come il pianto, nel corso del tempo, anche il trucco è diventato un forte veicolo di concetti a volte diametralmente opposti. In passato l’ideale della bellezza aveva un significato spirituale: gli egiziani, come i greci ed i romani, credevano infatti che la bellezza fosse gradita agli dei. Utilizzavano la Kohl, una polvere di colore scuro ottenuta dalla macinazione del bruciato di mandorle, il piombo e il rame, minerali, cenere e ocra. Durante il Rinascimento italiano, nei paesi europei, la carnagione pallida divenne nota come segno di ricchezza e di posizione sociale; intorno al periodo vittoriano, il trucco del viso cominciò ad essere associato a prostitute ed attrici. Dal patriottismo all’emancipazione sessuale: donne che hanno sedotto uomini, donne che si sono emancipate da stereotipi di uomini che hanno idealizzato una rappresentazione di femminile fino a riappropriarsene facendo nuovamente, prepotentemente, uso di cosmetici, in un lungo ciclo evolutivo. Truccarsi è inversamente proporzionale alla forza di piangere? Ci si trucca per non piangere o si piange per liberarsi da un trucco pesante?
Il progetto Back up and cry! è curato da Roberta Melasecca.
Barbara Lalle (1978 Roma), terapista per la riabilitazione neurologica post‐traumatica e docente impegnata quotidianamente nell’integrazione delle disabilità gravi, mossa da una "emergenza di dire", come artista, esplora le modalità in cui disagio, deprivazione, dolore possano essere compresi, narrati, superati. La ricerca artistica si è diretta verso la realizzazione di performance-rito in cui i fruitori diventino parte di una comunità, alla ricerca di un interstizio di mondo possibile ed auspicabile, momentaneo e temporaneo, ma non illusorio.
Marco Marassi, classe 1975, studia fotografia presso la Scuola di Arti e Mestieri Ettore Rolli di Roma. Con la performer Barbara Lalle, compagna nella vita e nell’arte, l’artista ha sviluppato progetti multidisciplinari in cui il cardine è dialogo fra performance e fotografia e la trasmutazione del fruitore in performer.
Vincitore del premio “Warsteiner young talents” presso l’ Affordable Art Fair 2015; Finalista Premio Arte Laguna 2015.