Cento foto tratte dall’archivio de Il manifesto che raccontano gli ultimi decenni del Novecento attraverso lo sguardo antagonista di Gabriella Mercadini.

La mostra è curata da Eleonora Parcu.

EVENTO COLLATERALE
Spritz con gli amici di Gabriella, parlando di lei e del suo lavoro.

© Luca Musella

Gabriella Mercadini ha documentato con le sue foto i mutamenti radicali della società italiana intorno al 1968 e al 1977, il movimento operaio, le lotte sindacali, il movimento studentesco, il disagio delle classi più povere, il degrado dell’ambiente, dedicandosi in particolare ai temi del femminismo e dell’emancipazione femminile. L’impegno sociale, militante, caratterizza tutto il suo lavoro, rigorosamente su pellicola in bianco e nero. Oltre a quello sociale e politico, ha indagato anche altri ambiti come quello dell’arte, in particolare in L’arte è/e chi la guarda, una ricerca per immagini durata più di trent'anni sul rapporto tra spettatore e opera. Grande viaggiatrice, passione che lei stessa in una breve autobiografia pubblicata su l'Unità disse di aver ereditato dal padre marinaio, ha realizzato anche molti reportage all’estero, per esempio in Sudamerica, Russia, India, Afghanistan, privilegiando la fotografia a indirizzo antropologico.